Ora legale, i medici ne chiedono la fine: “Spostare le lancette fa male alla salute. Torniamo ai ritmi naturali”

L’ora legale è sotto accusa da parte dei medici inglesi per i suoi effetti negativi sulla salute, con un appello a tornare ai ritmi naturali.

Londra, Regno Unito – Mancano pochi giorni al ritorno dell’Ora Solare e l’ora legale, introdotta inizialmente per motivi economici e di risparmio energetico, è oggi al centro di un acceso dibattito riguardante la salute pubblica. I medici inglesi hanno recentemente sollevato preoccupazioni significative riguardo agli effetti negativi di questo cambiamento orario sul benessere delle persone. L’idea di spostare le lancette avanti in primavera e indietro in autunno, sebbene possa sembrare una pratica innocua, è stata associata a una serie di problemi di salute.

Secondo gli esperti, il continuo cambiamento dell’orario può portare a un disallineamento tra l’orologio biologico interno del corpo umano e l’orologio ambientale esterno. Questo disallineamento è stato collegato a una serie di problemi di salute, tra cui disturbi del sonno, aumento dei rischi di eventi cardiaci e un incremento degli incidenti stradali dovuti alla privazione del sonno. La ricerca ha evidenziato che la settimana successiva al passaggio all’ora legale primaverile si registra un aumento dei casi di infarto cardiaco e altri eventi avversi.

Inoltre, il cambio dell’ora può influenzare negativamente i ritmi circadiani, che regolano il ciclo sonno-veglia e altre funzioni corporee essenziali. Gli esperti suggeriscono che mantenere un orario costante tutto l’anno potrebbe ridurre questi rischi e migliorare il benessere generale della popolazione.

Nonostante i benefici energetici storicamente associati all’ora legale, molti paesi stanno riconsiderando questa pratica. La Commissione Europea ha già discusso la possibilità di abolire il cambio stagionale dell’ora, riflettendo una crescente preoccupazione per gli impatti sulla salute pubblica. In questo contesto, la richiesta dei medici inglesi di tornare a un ritmo più naturale non è solo una questione di preferenza personale, ma potrebbe rappresentare un passo importante verso il miglioramento della salute collettiva.