Barcellona, Spagna – Il 4 novembre 2024 rimarrà impresso nella memoria meteorologica di Barcellona come il giorno in cui la città catalana è stata investita da un’ondata di maltempo di proporzioni eccezionali. La tempesta denominata Dana, un sistema di bassa pressione caratteristico del Mediterraneo occidentale, ha scatenato sulla metropoli spagnola un vero e proprio diluvio, con accumuli pluviometrici che hanno raggiunto i 180 millimetri nell’arco di poche ore.
L’intensità delle precipitazioni ha assunto caratteristiche di estrema violenza, con ben 81 millimetri caduti in una sola ora, un valore che normalmente rappresenterebbe il totale medio di circa due mesi nella regione catalana. Questo evento meteorologico eccezionale ha messo a dura prova le infrastrutture urbane di Barcellona, causando allagamenti diffusi e paralizzando il traffico cittadino.
#Renfe suspende temporalmente la circulación de trenes entre #Madrid y #Barcelona debido a las condiciones meteorológicas. pic.twitter.com/2ZaePxe7dh
— La Crónica de Hoy (@LaCronicaDeHoy) November 4, 2024
Il fenomeno che ha colpito Barcellona non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di eventi meteorologici estremi che stanno interessando l’area mediterranea con frequenza crescente. Solo pochi giorni prima, la regione di Valencia era stata teatro di una catastrofe simile, evidenziando una preoccupante ricorrenza di questi episodi di maltempo intenso.
Il Mar Mediterraneo sta dimostrando di essere particolarmente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico globale. Recenti studi hanno rivelato che questo bacino si sta riscaldando a un ritmo del 20% più veloce rispetto alla media degli oceani mondiali. Dall’inizio degli anni ’80, si è registrato un incremento termico di circa 0,4°C per decennio, un trend che sta alterando profondamente gli equilibri ecosistemici marini e atmosferici della regione.
Afectaciones en la C-32, Rodalies y Aeropuerto de #Barcelona.Activo aviso rojo. Se pueden superar los 180 L/m2 en 12 horas en el Baix de Llobregat pic.twitter.com/ELclnMyayn
— Juan Antonio Salado (@jantsalado) November 4, 2024
Questo riscaldamento accelerato del Mediterraneo non si limita agli strati superficiali, ma interessa l’intera colonna d’acqua, con implicazioni significative per la circolazione marina e la biodiversità. L’aumento delle temperature marine sta portando a una maggiore frequenza e intensità delle ondate di calore marine, fenomeni che possono avere conseguenze devastanti per la flora e la fauna acquatiche.
L’incremento termico del mare si traduce in una maggiore evaporazione e, di conseguenza, in una più elevata umidità atmosferica. Questo processo fornisce il “carburante” ideale per la formazione di sistemi temporaleschi intensi come quello che ha colpito Barcellona. Gli esperti climatologi sottolineano come per ogni grado Celsius di aumento della temperatura atmosferica, si registri un incremento del 7% del vapore acqueo contenuto nell’aria, che si traduce poi in precipitazioni più abbondanti e concentrate.
URGENTE | 🔴
— El Nacional (@elnacionalpy) November 4, 2024
🔹Gran parte de la ciudad de #Barcelona 🇪🇦 empieza a inundarse debido a las fuertes lluvias que caen en la ciudad.
🔹Miles de paraguayos trabajan o viven en dicha ciudad y sus alrededores.#ElNacional pic.twitter.com/feb7GZAf1i
L’evento di Barcellona, così come quelli che l’hanno preceduto in altre aree del Mediterraneo, lancia un chiaro segnale d’allarme sulla necessità di adottare misure urgenti per contrastare il cambiamento climatico e adattare le infrastrutture urbane a questi nuovi scenari meteorologici. La frequenza e l’intensità di questi fenomeni estremi stanno mettendo a dura prova la resilienza delle città mediterranee, richiedendo un ripensamento delle strategie di gestione del rischio idrogeologico e di pianificazione urbana.