Italia – L’Italia si appresta ad affrontare un periodo di intensa attività meteorologica, caratterizzato dall’arrivo di una serie di perturbazioni atlantiche che promettono di riportare copiose nevicate sulle Alpi. Questo cambiamento significativo del quadro meteorologico prenderà avvio nella giornata di domenica 26 gennaio, segnando l’inizio di un periodo di precipitazioni nevose che si preannuncia particolarmente intenso per le regioni settentrionali.
Il sistema frontale che si sta avvicinando alla penisola italiana determinerà un rapido peggioramento delle condizioni meteorologiche già a partire dal fine settimana. Nella giornata di domenica 26 gennaio, le prime nevicate interesseranno inizialmente le Alpi occidentali, per poi estendersi rapidamente alle Alpi centrali e orientali. La quota neve si attesterà inizialmente intorno ai 1200 metri di altitudine, ma è prevista una variazione significativa di questo parametro nel corso dell’evento.
Le regioni che saranno maggiormente interessate da questo fenomeno includono il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. In particolare, le Alpi e le Prealpi della Lombardia, insieme alle Dolomiti, potrebbero registrare accumuli nevosi particolarmente abbondanti.
Con l’inizio della settimana successiva, precisamente tra lunedì 27 e martedì 28 gennaio, si prevede un’intensificazione del maltempo su tutto il territorio nazionale. Le nevicate diventeranno più copiose, soprattutto sulle Alpi e Prealpi lombarde e sulle Dolomiti. Anche il Piemonte, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia saranno interessati da precipitazioni nevose significative.
La quota neve, inizialmente piuttosto elevata, tenderà ad abbassarsi con il passare delle ore, grazie all’ingresso di un fronte freddo che potrebbe portare i fiocchi a cadere fino a quote di 900-1000 metri. Questo evento si profila come uno dei più intensi della stagione invernale in corso, con accumuli che potrebbero raggiungere e superare il metro e mezzo di altezza nelle località situate oltre i 1500-2000 metri di quota.
È importante sottolineare che, nonostante la bellezza paesaggistica che queste nevicate porteranno, non vanno sottovalutati i potenziali rischi associati. In particolare, il pericolo di valanghe aumenterà considerevolmente su gran parte dell’arco alpino, richiedendo la massima attenzione da parte di residenti e turisti.
Per quanto riguarda l’Appennino centro-settentrionale, la situazione si presenta differente: a causa dei venti miti, la quota neve si alzerà notevolmente, superando i 2000 metri di altitudine.
Questo cambiamento meteorologico segna una svolta significativa rispetto alle condizioni precedenti. Le previsioni stagionali iniziali per il trimestre gennaio-marzo 2025 indicavano temperature superiori alla media e scarse precipitazioni, prospettando un periodo povero di neve. Tuttavia, l’evoluzione recente del quadro meteorologico ha ribaltato queste previsioni, promettendo un ritorno delle precipitazioni nevose in linea con le caratteristiche tipiche della stagione invernale.