Ebrei ortodossi sputano su sacerdote cristiano, condanna unanime

Ebrei ortodossi sputano su sacerdote a Gerusalemme scatenando condanne e accuse incrociate tra Israele e Palestina. Il ministro israeliano condanna l’atto, mentre il ministero palestinese addossa la colpa a ministri di estrema destra. L’Anp accusa di odio.
Credit © Anna Sulencka

Il caos si è scatenato a Gerusalemme quando due ebrei ortodossi hanno sputato su di un sacerdote cristiano, un gesto che ha suscitato una ferma condanna da parte delle istituzioni israeliane e palestinesi. Questo spiacevole episodio ha portato ad una reazione unanime, evidenziando tensioni religiose e politiche nella regione.

L’incidente ha suscitato indignazione a livello internazionale, con il governo di Tel Aviv e il ministero degli Esteri israeliano Israel Katz che hanno condannato senza mezzi termini il comportamento dei due individui coinvolti. La situazione è stata descritta come inaccettabile e contraria ai principi di tolleranza e rispetto reciproco tra le diverse comunità religiose presenti in Israele.

Da parte sua, il ministro degli Esteri palestinese ha preso posizione, sostenendo che l’incidente sia stato il risultato dell’istigazione proveniente da ministri israeliani di estrema destra, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Si è addossata loro la responsabilità di creare un clima di tensione che ha portato a questo spiacevole episodio. Questa presa di posizione ha evidenziato la complessa situazione politica e sociale in cui si trova la regione.

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Il portavoce dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, Wadie Abunassar, ha denunciato il gesto, sottolineando la gravità dell’episodio. Ha espresso la necessità di un dialogo costruttivo e di un impegno congiunto per promuovere la coesistenza pacifica tra le diverse comunità religiose presenti in Terra Santa.

L’episodio è stato accompagnato da accuse di incitamento all’odio da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), che ha puntato il dito contro i ministri israeliani di estrema destra, accusandoli di alimentare sentimenti di intolleranza e ostilità tra i cittadini palestinesi e le diverse comunità religiose presenti nella regione.

Questo spiacevole episodio ha messo in luce la necessità di promuovere un clima di rispetto reciproco e dialogo interreligioso, e ha sollevato interrogativi sulle dinamiche politiche e sociali che caratterizzano la regione. La condanna unanime da parte delle istituzioni coinvolte testimonia l’importanza di affrontare tali questioni in modo costruttivo e responsabile.

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