Il primo ministro belga Alexander De Croo ha lanciato un’accusa grave nei confronti di Mosca, sostenendo che alcuni eurodeputati sarebbero stati pagati per diffondere propaganda russa all’interno del Parlamento Europeo. Questa affermazione, che trova riscontri parziali nelle indagini dei servizi segreti polacchi e nelle segnalazioni dei media cechi, suggerisce che i fondi russi potrebbero aver finanziato le campagne elettorali di alcuni membri dell’Europarlamento.
La gravità delle accuse ha spinto il Parlamento Europeo ad avviare un esame approfondito delle presunte ingerenze russe, con i gruppi dei Verdi e dei Democratici che chiedono indagini dettagliate per fare luce sulla questione. La collaborazione tra i servizi di intelligence belgi e cechi ha portato alla luce una rete di propaganda russa, con il governo ceco che ha sanzionato il sito di notizie Voice of Europe, accusato di essere uno strumento di disinformazione filo-russa.
La presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, è stata informata delle accuse e l’istituzione sta valutando la veridicità delle stesse. L’inchiesta sulle ingerenze russe, in particolare lo scandalo “Voice of Europe”, ha sollevato preoccupazioni significative riguardo l’unità e la sicurezza dell’Unione Europea. Terry Reintke, capogruppo dei Verdi all’Eurocamera, ha sottolineato come queste azioni minino l’unità dell’UE e rappresentino un attacco diretto alla democrazia europea, evidenziando la strategia di Putin di sfruttare la disinformazione per avanzare i propri interessi nel contesto della guerra in Ucraina.
La situazione ha suscitato una seria preoccupazione tra i Democratici europei, che vedono nella vasta rete di disinformazione russa scoperta un pericolo per l’integrità delle istituzioni europee e per i valori democratici su cui si fonda l’Unione. La risposta dell’Europa a queste accuse sarà cruciale per mantenere la fiducia dei cittadini nelle sue istituzioni e per contrastare le strategie di disinformazione che mirano a destabilizzare il continente.