Sinner-Wada, accordo per il caso clostebol: 3 mesi di squalifica

Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, è stato squalificato per tre mesi a seguito di un accordo con la WADA nel caso Clostebol. La squalifica, che parte dal 9 febbraio e termina il 4 maggio, segue una lunga controversia legata a un test antidoping positivo.
Credit © Wikipedia

Il caso Clostebol ha rappresentato una delle più grandi sfide nella carriera di Jannik Sinner, il giovane tennista italiano che ha raggiunto la vetta della classifica mondiale. La vicenda è iniziata nel marzo 2024, quando Sinner è risultato positivo ai metaboliti del clostebol, un anabolizzante proibito, in due controlli antidoping effettuati durante il torneo di Indian Wells. Nonostante la presenza di questa sostanza, l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha stabilito che non c’era colpa o negligenza da parte di Sinner, attribuendo la contaminazione a un prodotto utilizzato dal suo fisioterapista, Giacomo Naldi.

Tuttavia, la World Anti-Doping Agency (WADA) non si è arresa e ha presentato un appello contro la decisione dell’ITIA, sostenendo che Sinner dovrebbe affrontare una sospensione di uno o due anni per non aver preso sufficienti precauzioni. Questo appello ha creato un clima di incertezza intorno alla carriera del tennista italiano, con un processo che doveva essere risolto davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) nel mese di aprile 2025.

Recentemente, è stato annunciato che Sinner ha raggiunto un accordo con la WADA, accettando una squalifica di tre mesi, che partirà dal 9 febbraio e terminerà il 4 maggio. Questo accordo sembra aver chiuso la controversia, evitando una possibile sospensione più lunga che avrebbe potuto avere gravi ripercussioni sulla sua carriera e sul suo status di numero uno mondiale. Nonostante ciò, il caso Clostebol rimane un esempio significativo delle complessità e delle sfide che gli atleti devono affrontare nel mondo dello sport professionistico, dove la lotta contro il doping continua a essere una priorità assoluta.