Il report appena pubblicato dalla Fondazione CIMA ha sollevato delle preoccupazioni significative riguardo al deficit di Snow Water Equivalent (SWE) in Italia, con dati allarmanti per gli Appennini e un deficit del -63% sulle Alpi.
Secondo il report, a febbraio il deficit nazionale di SWE è del -64%, mostrando un peggioramento rispetto al mese precedente. Tale situazione è attribuibile a un periodo mite e secco che ha causato una fusione anticipata della neve.
Francesco Avanzi, ricercatore presso la Fondazione CIMA, ha evidenziato che la scarsità di neve caratterizza i monti italiani da tre anni, con condizioni particolarmente critiche registrate negli Appennini e in alcune regioni come l’Abruzzo e il bacino del Tevere. Inoltre, aree come la Sicilia orientale e le Alpi mostrano un deficit significativo di SWE, con ripercussioni evidenti sulla disponibilità idrica.
Il rapporto sottolinea l’importanza critica della neve alpina per l’approvvigionamento idrico italiano, specialmente per il bacino del Po, che attualmente registra un deficit del -63% rispetto agli ultimi 12 anni.
Inoltre, si evidenzia che le scarse nevicate degli ultimi mesi non sono state sufficienti a ridurre il deficit, sottolineando l’importanza di monitorare attentamente la situazione per valutare le risorse idriche disponibili quest’anno. La Fondazione CIMA ha chiaramente messo in luce la necessità di adottare misure adeguate per affrontare questa situazione critica.