Usa, Trump shock: “Hitler fece anche cose buone”

Un nuovo libro rivela dichiarazioni shock di Trump su Hitler, suscitando polemiche e dibattiti sulla pericolosità o meno di una vittoria alle prossime presidenziali USA di Trump.
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La figura di Donald Trump continua a essere al centro di accesi dibattiti e controversie, non solo per le sue politiche durante il mandato presidenziale ma anche per le sue opinioni su figure storiche e momenti critici della storia. Recentemente, un nuovo libro intitolato “The return of great powers” scritto dall’anchorman della CNN Jim Sciutto, ha portato alla luce alcune dichiarazioni shock fatte da Trump riguardo Adolf Hitler, affermando che il dittatore nazista “fece anche cose buone”.

Queste affermazioni hanno immediatamente scatenato una tempesta mediatica, con numerosi esperti e commentatori che hanno espresso preoccupazione e condanna per le parole dell’ex presidente. Non è la prima volta che Trump viene associato a commenti di questo tipo; già in passato era stato criticato per aver lodato Hitler durante una conversazione con il suo allora capo dello staff della Casa Bianca, Gen. John Kelly, nel 2018. Inoltre, una vecchia intervista di Vanity Fair con la prima moglie di Trump, Ivana, aveva rivelato che Trump teneva un libro di discorsi di Hitler accanto al letto.

Le reazioni a queste rivelazioni sono state forti e immediate. Critici e storici hanno sottolineato come tali dichiarazioni dimostrino una pericolosa mancanza di comprensione o una deliberata distorsione della storia, soprattutto considerando le atrocità commesse dal regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni hanno anche messo in discussione la moralità di esprimere qualsiasi forma di ammirazione per una figura come Hitler, indipendentemente dal contesto.

La difesa di Trump è stata quella di negare o minimizzare le sue precedenti dichiarazioni, sostenendo di non aver mai letto “Mein Kampf” e di non essere uno studente di Hitler. Tuttavia, queste spiegazioni non hanno placato le critiche, con molti che vedono nelle sue parole un pericoloso segnale di revisionismo storico o, nel peggiore dei casi, di simpatia per ideologie totalitarie e razziste.

La controversia solleva questioni più ampie sul ruolo della memoria storica e sulla responsabilità dei leader politici nel preservare la verità storica. In un’epoca in cui il revisionismo e il negazionismo trovano terreno fertile sui social media e nelle piattaforme di condivisione delle informazioni, le parole di figure pubbliche come Trump assumono un peso ancora maggiore, potendo influenzare l’opinione pubblica e la comprensione collettiva della storia.

Le dichiarazioni di Trump su Hitler non solo gettano una luce controversa sulla sua figura e sulle sue opinioni, ma sollevano anche interrogativi critici sulla leadership, sull’etica e sulla responsabilità di ricordare accuratamente il passato. La reazione pubblica e accademica a queste rivelazioni dimostra l’importanza di confrontarsi con la storia in modo onesto e critico, rifiutando qualsiasi tentativo di riscrittura o minimizzazione delle sue lezioni più oscure.

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