La decisione della Russia di spostare armi nucleari tattiche in Bielorussia segna un’escalation significativa nel conflitto in corso in Ucraina. Questa mossa, annunciata dal Cremlino lo scorso giugno, è stata confermata recentemente, evidenziando una strategia di intimidazione nei confronti dell’Occidente e un potenziale cambiamento nel panorama della sicurezza europea.
Il trasferimento di armi nucleari tattiche dalla Russia alla Bielorussia rappresenta la prima volta che uno stato dotato di armi atomiche dispiega tali armamenti all’estero dall’adozione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). Questa azione contravviene agli impegni internazionali assunti dalla Bielorussia all’interno del Tnp e del memorandum di Budapest del 1994, sollevando preoccupazioni sulla credibilità del regime di non proliferazione globale.
La Russia ha posizionato circa 10mila truppe in Bielorussia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e ora si prepara a portare anche un contingente di missili nucleari tattici. Questa decisione ha suscitato l’opposizione del popolo bielorusso, che in un sondaggio di marzo si è espresso al 74% contro lo spiegamento delle armi nucleari russe nel proprio paese.
Le armi nucleari tattiche, meno potenti delle controparti strategiche e pensate per l’uso sul campo di battaglia, potrebbero essere impiegate nell’Ucraina occidentale, aumentando il rischio di un’escalation nucleare nel conflitto. Gli Iskander, missili con una gittata di circa 500 chilometri, e alcuni aerei di fabbricazione sovietica Sukhoi Su-25, modificati per l’impiego di altre armi nucleari tattiche, concedono a Mosca la possibilità di raggiungere virtualmente tutti i paesi dell’Unione europea.
Questa mossa della Russia, oltre a rappresentare una minaccia diretta alla sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa, mina gli sforzi internazionali di disarmo nucleare e pone sfide significative per la stabilità regionale e globale. La comunità internazionale è chiamata a rispondere a questa escalation, cercando vie diplomatiche per ridurre le tensioni e prevenire l’uso di armi nucleari nel conflitto ucraino.