Il 21 marzo 2024, il ministero della Difesa di Taiwan ha lanciato un allarme riguardo un significativo aumento delle attività militari cinesi nelle vicinanze dell’isola. Secondo quanto riferito, sono stati identificati 32 aerei da guerra e 5 navi da guerra dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese che pattugliavano l’area circostante Taiwan. Questo rappresenta il più grande dispiegamento di forze militari cinesi intorno all’isola registrato nel 2024.
Tra gli aerei rilevati, 20 jet hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, entrando nelle zone di identificazione di difesa aerea (Adiz) a sudovest, sudest e orientale dell’isola. Le forze armate di Taipei hanno risposto prontamente a questa escalation, monitorando la situazione e mobilitando aerei, navi e sistemi missilistici terrestri per contrastare le attività rilevate.
Questo evento si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Cina e Taiwan, con Pechino che nega a Taiwan il diritto di condurre relazioni estere e considera l’isola una provincia ribelle da riconquistare, anche con la forza se necessario. La situazione è ulteriormente complicata dalle relazioni internazionali di Taiwan, in particolare con gli Stati Uniti, che hanno recentemente visto un’intensificazione delle vendite di armi all’isola e un aumento delle esercitazioni militari congiunte.
La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation delle tensioni nello Stretto di Taiwan, temendo che possa sfociare in un conflitto aperto. La presenza militare cinese intorno a Taiwan è vista come un chiaro segnale di intimidazione nei confronti dell’isola e un tentativo di dissuadere ulteriori approfondimenti delle relazioni tra Taiwan e i suoi alleati internazionali.
In risposta a questi sviluppi, il governo di Taiwan ha espresso la sua determinazione a difendere la sovranità e la sicurezza dell’isola, sottolineando l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan per la sicurezza regionale e globale. La situazione rimane tesa, con entrambe le parti che mostrano poca volontà di cedere, aumentando il rischio di ulteriori escalation