Le strade delle Isole Canarie hanno visto un’ondata di proteste senza precedenti, con circa 60.000 residenti che hanno preso parte a manifestazioni simultanee nelle otto isole dell’arcipelago. La mobilitazione, che ha avuto il suo epicentro a Santa Cruz di Tenerife con 30.000 partecipanti e a Las Palmas di Gran Canaria con 15.000 manifestanti, è stata un grido di sfida al modello di sviluppo turistico che sta preoccupando la popolazione locale.
I manifestanti, convocati da associazioni ecologiste e sociali, hanno espresso il loro malcontento verso un turismo che considerano “insostenibile e a beneficio di pochi”, che non solo non apporta vantaggi significativi alle comunità locali ma contribuisce anche all’espulsione dei residenti e alla difficoltà di convivenza. Il turismo di massa è stato accusato di depauperare il territorio, sfruttando in modo intensivo l’ambiente e le risorse naturali, con una concentrazione particolare nelle zone costiere, trasformando così il paesaggio e l’ecosistema delle isole.
La situazione è aggravata dal fatto che, nonostante un flusso turistico record di 13,9 milioni di visitatori nel 2023, la popolazione residente di 2,2 milioni di persone ha registrato tassi di povertà allarmanti, con un terzo degli abitanti a rischio di esclusione sociale. Questo dato emerge dal rapporto annuale sulla Povertà in Spagna, che evidenzia una discrepanza significativa tra i benefici economici del turismo e il benessere dei cittadini.
Di fronte a questa realtà, i manifestanti chiedono “misure immediate” per contrastare gli effetti negativi del turismo di massa. Tra le proposte avanzate ci sono l’introduzione di un’ecotassa per i turisti, una moratoria turistica e l’adozione di leggi che garantiscano un accesso preferenziale alle abitazioni per i residenti e i lavoratori dell’arcipelago.
La protesta ha trovato eco anche al di fuori delle Canarie, con adesioni in altre città spagnole come Malaga, Granada, Madrid, Barcellona, e persino in metropoli europee come Amsterdam, Londra e Berlino, segno di un malcontento diffuso verso un modello di sviluppo turistico che non tiene conto delle esigenze delle comunità locali.
Fonte: Euronews