Dopo un lungo e acceso dibattito parlamentare, il Regno Unito ha approvato il cosiddetto “piano Ruanda”, una misura che prevede il trasferimento dei richiedenti asilo giunti illegalmente nel paese africano per l’elaborazione delle loro domande. Il piano, che ha suscitato notevoli controversie, è stato finalmente ratificato a seguito di un tira e molla tra la Camera dei Lord e la Camera dei Comuni, che si è protratto fino a tarda notte.
Il progetto, fortemente voluto dal primo ministro Rishi Sunak e dal suo governo conservatore, ha incontrato la resistenza dei membri non eletti della Camera alta, che hanno esaminato e rimandato più volte il disegno di legge emendato alla Camera bassa, dove i conservatori detengono la maggioranza. Nonostante le critiche e le preoccupazioni sollevate, alla fine i Lord hanno ceduto, accettando di non apportare ulteriori modifiche e permettendo così che il disegno di legge diventi legge.
Il piano prevede che i giudici considerino il Ruanda un “Paese sicuro” e che i funzionari incaricati di esaminare le richieste d’asilo possano ignorare parti del diritto internazionale e nazionale sui diritti umani per aggirare una sentenza della Corte suprema britannica, che aveva giudicato illegale la deportazione di migranti a Kigali. Per ottenere l’approvazione, il governo britannico ha dovuto affrontare una dura battaglia parlamentare, con la Camera dei lord che ha richiesto che il Ruanda non potesse essere considerato sicuro finché un organismo di controllo indipendente non lo avesse affermato.
Il piano Ruanda è stato proposto per la prima volta dal governo britannico nell’aprile 2022 e mira a ridurre il numero di attraversamenti del Canale della Manica, fermare il traffico di esseri umani e promuovere investimenti e sviluppo in Ruanda. Il Regno Unito si è impegnato a pagare al Ruanda un “fondo per la trasformazione economica e l’integrazione” di 120 milioni di sterline, oltre a finanziare ciascun immigrato con una somma tra le 20.000 e le 30.000 sterline per la loro ricollocazione e assistenza temporanea.
Nonostante l’approvazione del piano, rimangono dubbi e incertezze su quando i primi voli per il Ruanda con migranti e richiedenti asilo effettivamente decolleranno. Prima che il disegno di legge diventi formalmente legge, è necessario il “Royal Assent”, un processo per lo più formale in cui il monarca britannico, Re Carlo III, approva la nuova legislazione.
Critici e gruppi per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per il piano, sottolineando la precaria situazione dei diritti umani in Ruanda e il rischio che i richiedenti asilo possano essere rimandati nei paesi da cui sono fuggiti. Inoltre, il piano è stato definito inumano e costoso, con stime che suggeriscono che la rimozione di ogni individuo in un terzo paese costerebbe 63.000 sterline in più rispetto al mantenerli nel Regno Unito.
Il governo britannico ha già pagato al Ruanda quasi 300 milioni di dollari per accettare i richiedenti asilo che il Regno Unito non desidera mantenere. Tuttavia, nonostante il sostegno dei conservatori, alcuni esponenti del partito hanno criticato l’ultima versione della legislazione come insufficiente.