La fine del mercato tutelato per il gas e l’elettricità in Italia, inserita nei piani del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato durante il governo Draghi, rappresenta una svolta controversa nella gestione delle forniture energetiche nel paese. Questa decisione, che segue un lungo percorso di proroghe e modifiche legislative iniziato già nel 2017 con il governo Gentiloni, ha sollevato critiche per la sua potenziale incidenza sui consumatori, specialmente in un contesto di mercato energetico già complesso e volatile.
La transizione verso la completa liberalizzazione del mercato energetico mira a incrementare la concorrenza e a fornire ai consumatori una maggiore varietà di scelta tra i fornitori, secondo le intenzioni dei diversi governi che si sono succeduti. Tuttavia, la criticità sorge dalla modalità con cui questa transizione è stata gestita, soprattutto in considerazione dei timori per la tutela dei consumatori meno informati o in condizioni di vulnerabilità economica.
La decisione di eliminare il mercato tutelato, quindi, pone l’Italia in una posizione unica rispetto ad altri paesi europei, dove sistemi di tutela simili continuano a esistere. La scelta non era una richiesta esplicita dell’Unione Europea ma si inserisce in un contesto di riforme strutturali promosse a livello nazionale a partire, come dicevamo, dal governo di centro-sinistra del Presidente del Consiglio Gentiloni.
La fine del mercato tutelato per gas ed elettricità in Italia, con la sua completa apertura al mercato libero, rappresenta un punto critico nella gestione dei servizi energetici, che sono beni di prima necessità. Lasciare la fornitura di servizi essenziali come l’elettricità, il gas e potenzialmente l’acqua esclusivamente nelle mani di aziende private, le quali per loro natura mirano al profitto, solleva preoccupazioni significative.
Esiste il rischio che la logica del profitto prevalga sulle esigenze di accessibilità e sostenibilità dei prezzi per tutti i cittadini, soprattutto per i più vulnerabili. La decisione di eliminare il mercato tutelato può quindi essere vista come un errore, in quanto potrebbe non garantire adeguatamente la protezione e la tutela dei consumatori in un settore così vitale. La gestione statale o il controllo regolamentato di questi servizi è cruciale per assicurare che l’accesso a beni fondamentali non sia compromesso dall’instabilità del mercato o dalle dinamiche di profitto aziendale.